Il Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministro dell’interno Giuliano Amato, ha provveduto a commissariare l’asl di Reggio Calabria (e qui) per infiltrazioni mafiose.
Ben venga questo gesto di fronte ad un’emergenza criminale che soffoca la vita sociale e compromette la serità nelle cure e nell’assistenza fra i letti di ospedale.
Purtroppo la Calabria, specie in questo ultimo periodo ha un bilancio di inefficienza che si traduce in disservizi e e morti incredibili ed inutili che ha dell’assurdo, ha senso finalmente iniziare a fare pulizia in strutture che non offrono servizi e che risultano essere una mina vagante per la vita e la morte delle persone.
Bisogna decidersi a finirla di far morire gente perchè non ci sono ambulanze o chi le guida, perchè non vi sono le strutture o le capacità di diagnosticare delle malattie banalissime che poi si traducono in lutti, perchè un malato viene sballottato da un reparto all’altro, da un ospedale all’altro quando spesso pochi minuti sono fondamentali per salvare una vita.
L’elenco di adolescenti che sono morti negli ultimi tempi da quelle parti è lungo e indecente ed indecenti sono le cause e le malattie che hanno portato a perdere una vita, la cosa più sacra che ci sia stata donata.
Scorrere il sito di Flavio Scutellà in cui si narra la morte di questo bambino ed altre disavventure fra le corsie è un colpo allo stomaco e se pensiamo alla campagna elettorale in corso, se pensiamo all’insieme di parole, di blaterii, di offese, di mediocrità generale, il dolore che si prova, è ancora più grande.
Un paese che non sà garantire sanità, istruzione, servizi essenziali come acqua, luce, telefono, trasporti sarebbe bene chiudesse per vergogna, ma nonostante questo stato d’animo momentaneo, nutro ancora speranza per le sorti di questa sgangherata nazione in cui la parola legalità e onestà sembrano estranei dalla vita quotidiana.
Senza fare discorsi vuoti e facili come dire che il sud è sempre il sud e non cambierà mai, io vivo in una nicchia di Toscana feliz tutta colline verdi e vigneti, ma non sono nè cieco, nè sordo, nè ho l’olfatto chiuso, anche qui è Italia, per altri versi, per altre situazioni, ma è Italia.
Vi sono stati momenti in cui ho pensato dentro di me di vergognarmi di essere italiano, ma a freddo, comprendo che la cosa, questa logica facilona, non ha senso, mi ritengo una persona profondamente onesta, ma è ora di smettere di far finta di niente, e bisogna dire, urlare quello che non piace, quello che non va bene.
In Italia c’è per fortuna la possibilità di farlo. Bisogna vedere se qualcuno ti sta ad ascoltare………………
