Berardenga, il corso di tortura agli ulivi

Bisogna tener conto che la forma di allevamento più comune è l’abbandono, tranne ricordarsi che queste piante esistono intorno al mese di novembre, quando inizia l’ebbrezza da frantoio.
Capita sovente – quando si ha voglia di rimetterci mano – che le potature non siano edificanti, con tagli fatti in qualche modo per abbassare, lasciando rami spogli per metri con qualche ciocca verde in cima a proboscide di elefante che si riempiranno solo di succhioni e poche olive, stravolgendo anche l’eleganza e la dignita dell’albero, compromettendone anche la produttività.
L’ulivo è pianta talmente nobile che sopravviverà sempre a chi la pota e saper distinguere fra loro i tasti “on” e “off” sul corpo di una motosega è già una pagina di cultura.

Far legna per camino è lo scapare dei boscaioli moderni.

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