Era il marzo del 1994 quando dalla penna e dalla fantasia di Andrea Camilleri esce il commissario più umano e goloso della Polizia Italiana.
Si inizia da “La forma dell’acqua” ovvero dall’uccisione in un posto equivoco dell’ingegner Luparello, noto esponente del partito di maggioranza nell’isola.
Un caso apparentemente facile se ci si ferma alle apparenze. A considerare quale forma è stata data all’acqua, ovvero alla sagoma della ciotola o del vaso che la contiene, il che scarica tutte le colpe su una fantastisca stanga svedese di nome Ingrid…. e invece come spesso capita l’apparenza inganna e a giovare della morte dell’ingegnere sono i soliti amici degli amici di lotta e di governo.
I compleanni (suoi) come le celebrazioni per il commissario sono sempre stati una grande camurria, ma se oggi chi gli vuole bene lo festeggia ad arancini e corvo bianco nel bicchiere, si è certi di renderlo felice.
L’agente Catarella piange commosso, mentre al dottor Pasquano girano i cabasisi.



Auguri Commissario.
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