Se Carlo Levi avesse potuto far scendere Cristo di trenta chilometri a sud di Eboli, si sarebbe imbattuto nel Cilento, terra bellissima di vegetazioni e sapori un pò in disparte, ma proprio per questo ampia di fascino e bellezza di mare.
A Casalvelino dentro appunto il Parco del Cilento vive ed opera Dario un amico lettore del blog che ha recuperato dall’abbandono un oliveto magnifico e delle vigne sparse in giro allo scopo certo di fare vino ed olio, ma soprattutto dimostrare che dalla terra e da luoghi infinitamente belli non ci si può e non ci si deve staccare.
A giudicare dalle immagini del sito (e anche da queste) è un posto che toglie il fiato. Non per nulla è stato considerato patrimonio mondiale dell’umanità. Penso che questo parco sia una gran speranza di sviluppo per la zona.
Sono d’accordo con te Andrea, è un privilegio vivere in una zona protetta e allontanarsene è quasi un sacrilegio.
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E’ vero, ma siamo fatti per staccarci da quanto di piu’ caro abbiamo. E’ nella nostra natura la separazione dalla nostra Itaca, e poi magari il ritorno. Solo per scoprire che nessun “ritorno” e’ possibile.
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Sono d’accordo in parte. Molte volte non possiamo fare nulla e la separazione è inevitabile. Altre volte siamo noi a decidere.
Invece il ritorno si può interpretare da diversi punti di vista. L’eroe ritorna per festeggiare la sua vittoria.
E anche può essere segno di sconfitta; dopo aver scelto una strada sbagliata non resta che il ritorno.
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Circa la compresenza di decisione nostra e “destino”: difficile spesso distinguere. A volte si fa di necessita’ virtu’. A volte il nostro destino ce lo creiamo noi. In realta’ mi piace sottolineare proprio questa “confusione” che la nostra “natura” crea: fra quel che non possiamo non fare e quel che ci pare di voler fare.
Sul ritorno intendevo dire che un “ritorno” non si da’ perche’ ammesso e non concesso che si possa tornare allo stesso luogo (o situazione), a tornare non e’ mai la stessa persona che era partita. D’accordo: il cambiamento e’ inevitabile anche se si “resta”. Ma e’ quando si pensa (si spera, dopo averlo a lungo sognato) di tornare, che questa inelluttabilita’ ci compisce con tutta la sua violenza. A volte una violenza non sgradita.
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Sono d’accordo, non è facile prendere posizione tra libero arbitrio e destino. Discorso lungo e complesso.
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Mi ci avete fatto dolere il capo con questi commenti.
Io vivo in un posto minuscolo in cui mi hanno fatto passare dei tristi momenti e per ora resisto cercando di difenderlo più che posso solo per affetto per non farlo diventare disneiland, cosa che farebbero sicuramente a prescindere da me sia chiaro.
Non è detto mi rompa e scappi via, tutto può succedere…
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