La cultura, intesa come insieme di arti che per inciso servono alla crescita sociale collettiva di un popolo e vista come eleborazione di scrittura, cinema, fotografia, pittura, scultura, teatro, coltivazione dello studio della storia, ecc. con l’avvento del ministro Franceschini (noto stondato del Pd) è stata ridotta al rango di merce e non di veicolo per l’elevazione e crescita sociale.
Gli ultimi colpi governativi, lasciano via libera all’annientamento del settore, dopo che, artisti ed esercenti di sale e di teatri, (dopo essersi scrupolosamenti messi a norma per i noti problemi vigenti), si vedono costretti a serrare le porte.
L’esercizio propedeutico delle materie artistiche e culturali, aiutato con l’apertura di un libro o di un giornale, contribuiscono a porsi delle domande e a sviluppare un senso critico in quei pochi che ancora sono cittadini e non sudditi.
Al Teatro Alfieri della Berardenga, chiuso, come sono chiusi gli omonimi spazi in tutta la penisola, c’è già che ha pensato di utilizzarlo in maniera altra, fra l’inferocimento dei tanti residenti che da mesi segnalano e documentano il degrado.
Forassite abbandonata dietro la siepe, ogni cosa possibile, davanti ai cassonetti a lato del prestigioso Teatro.
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