Nel 1745, erano 196 le anime del Popolo di San Piero in Avenano, nel 1833, erano 148, nel censimento del 1936, ben 216, erano le persone che vivevano in tale parrocchia.
Nel 2019, a scanso di qualche centinaio di cinghiali e decine di daini e caprioli, il numero delle persone è pari a zero, con una chiesa depredata di opere d’arte e oggetti vari, in cui spiccavano una serie di angeli in terracotta invetriata in stile o opera Della Robbia, che erano intorno all’altare.
Una parete di edera che disintegra e sorregge le mura, un soffitto che ha toccato il suolo nella navata sinistra, un albero, l’ailanto, che è diventato il simbolo dello stato precario, di un luogo che ha radici nell’anno mille, e che, per il futuro, ha solo l’ambizione di non finire la sua storia in un cumulo di calcinacci franati.
Così come potrebbe accadere alla Pieve di Spaltenna, chiusa da tempo.
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