Corna di daino

Si parla di quadrupedi e non di bipedi.

Le foglie di vite appena spuntate e la corteccia di frutti giovani sono fra i piatti preferiti da questi cervidi, con il forte rischio di compromettere l’annata vinaria e la vita degli alberelli.

Di questi animali (vale anche per i cinghiali) ce ne sono troppi, molti: una quantità incontrollabile e ingestibile che produce danni seri alle colture come al paesaggio.
La cura pare sia quella di recintare ogni minimo spicchio di territorio (con o senza autorizzazioni) pur di mettere fine alle mire voraci di questi quadrupedi, un po’ come scusa per blindare, un po’ per necessità effettiva, perdendo di mira il fatto che daini e cinghiali non sono la causa, ma la conseguenza di un territorio suddiviso e pasturato di pane e granturco.
Si dice venga fatto per salvaguardare l’uva: peccato che l’uva diventa appetibile a luglio quando comincia a maturare e si stacca fra settembre e ottobre, mentre la pasturazione alle bestie avviene tutto l’anno.

Blindare un territorio con cancelli e recinti fissi, (spesso di dubbia legalità), genera solo una toppa posticcia e illusoria al problema che ne genera di conseguenza molti altri.

L’ulivetto della foto ogni anno viene aggredito dalle corna (di daino) ma resiste, però aziende agrarie, comuni, squadre di cacciatori, operatori turistici venditori del paesaggio… ma soprattutto Provincia che, sarebbe il caso,  battesse un colpo di soluzione al problema.

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0 risposte a Corna di daino

  1. silvana biasutti ha detto:

    Secondo me gli animali sono aizzati da quei settori che poi ti intimano di fare tutta una serie di pratiche (a pagamento) per difenderti da queste jatture…

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  2. mario ha detto:

    ..ci sono interessi clientelari vergognosi dietro a questo ”immondo allevamento di selvatici…” (io te li proteggo ,quanto basta x farli ingrassare a spese degli agricoltori,poi te li faccio cacciare un po’, solo un po’, in un determinato periodo che sono più buoni e pronti,poi oltre a darmi qualche cosciotto.. mi devi dare il voto e mantenermi la poltroncina… in cambio potrai utilizzare qualche fondo ..”monetario”..insomma c’è da divertirsi e da mangiare x qualcuno!..)

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  3. Gielle ha detto:

    Non si riesce più a salvare niente e la fatica è tanta per portare l’uva in cantina.
    Ma come si deve fare?

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  4. filippocintolesi ha detto:

    E’ stato esattamente definito “allevamento” questo sconcio. Per la precisione si tratta di pascolo abusivo su fondo altrui. Sono d’accordo che blindare il territorio con recinzioni fa a botte con una tradizione di paesaggio ben diversa. A parte il fatto che gia’ la presenza stessa di queste bestiacce fa a botte con quella tradizione di paesaggio, prova ne sono i muri a secco secolari demoliti quotidianamente dalle loro scorribande, e’ pure vero che quel paesaggio di campo aperto corrispondeva a una realta’ produttiva diversa dall’attuale: qua c’erano i campi coltivati, strappati con fatica e sofferenza alle macchie e al bosco; la’ (in Maremma) c’erano le macchie e i boschi pullulanti di cignali e ungulati vari. Fra i due paesaggi non c’era osmosi. Ora, ossia da una quarantina d’anni scarsi, qualcuno ha deciso di mescolare le cose e allora bisognera’ che il paesaggio cambi, in direzione di una forma di “enclosures” a meno che non si decida di optare per un altra soluzione: la diffusione del lupo, incompatibile pero’ con altri tipi di allevamento, cioe’ con l’allevamento vero e proprio, almeno con quello brado.

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  5. Sapeste che divertimento, mettere una specie di plastica traspirante a quasi mille olivi di tre anni, dopo che i daini avevano fatto una bella scorpacciata di legno giovane…

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  6. mario ha detto:

    …no no caro Filippo,niente di abusivo ”per chi comanda”..tutto legalizzato,protetto e ”gestito” da organismi clientelari..serbatoi di voti e substrato del potere locale o poco sopra!!

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  7. Andrea Pagliantini ha detto:

    Il presidente della provincia di Siena, Simone Bezzini e l’assessore all’agricoltura e caccia, Anna Maria Betti sono a conoscenza di questo post, come certamente sono a conoscenza dell’annoso problema di troppi animali in giro e dei danni ne conseguono.
    Sono d’accordo che i boschi sono diventati degli allevamenti di animali selvatici su terreni altrui allo scopo di cacciare animali in quantità industriale.
    Fino ad una decina di anni fa il problema era circoscritto a qualche vite alleggerita dal pasto notturno di qualche daino o cinghiale, cosa da poco, che non destava preoccupazioni.
    Ora se le vigne non vengono blindate non ci rimane nemmeno l’insegna di una foglia fresca per opera dei daini che abbondano e dei cinghiali che si muovono a sciami.
    Cominciare a pensare che il divertimento di pochi non può condizionare la vita di molti???
    Cominciare a pensare che la recinzione a caserma di un territorio per prendere oneri (quando va bene perchè spesso la recinzione è fatta abusivamente) è pura miopia che un giorno produrrà seri problemmi di legalità e altri oneri da pagare o cose da smaltire.
    Provare a parlare pacatamente del problema senza veder gente prendere fuoco sarebbe un bel passo avanti nel risolverlo, non per far cessare la caccia, ma per permettere a chi opera nell’agricoltura di bestemmiare meno.

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  8. silvana biasutti ha detto:

    Filippo Cintolesi@: il lupo c’è, e ogni tanto si vede. Ma doveva esserci anche nei tempi andati: vedo sui mappali della vigna delle mie figlie “Fosso del Lupo” e “Fosso Lupaio”, domandandomi ogni tanto che diversità ci sia tra i due ‘naming’, ma con la certezza che i lupi c’entrassero.
    Se avessi avuto dubbi in proposito, mesi orsono, camminando soletta vicino al bosco de cuius eccotene uno, solo soletto anche lui e anche lontanuccio.
    A quel proposito mi hanno avvertita che se incontri un lupo, lo incontri e basta, può essere un caso; se incontri più lupi, sono loro che ‘incontrano te’ (come dire che ti hanno teso un agguato! Comunque i lupi ci sono, ma pare che siano più appassionati di pecore che di caprioli…

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  9. mario ha detto:

    …che bello ..i politici ti leggono …ma chissà se ti ascoltano…come faranno ad accontentare gli agricoltori(quelli della loro parte e pensiero..e quindi non tutti)..ed accontentare ben più numerosi cacciatori o pseudo tali (sempre della loro parte e pensiero..ma quasi tutti) che vogliono divertirsi,mangiarci,e detenere piccoli poteri sulle proprietà altrui? ? Sicuramente menzioneranno leggi nazionali,regolamenti ed articoli di tutti i tipi e colori…e intanto qualcuno il cosciotto lo mangia…

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  10. Andrea Pagliantini ha detto:

    Leggono, ma dubito intervengano in una questione così spinosa e scivolosa e credo si preferisca continuare con il blindare il paesaggio con recinzioni (quasi sempre abusive) immaginando (immaginando) così di far prendere oneri ai comuni ma non risolvendo la questione principale: il numero spropositato degli animali allevati nei boschi.
    Attaccarsi ai cavilli è lo sport nazionale più comodo per stare tranquilli e fare poco.

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  11. mario ha detto:

    ..praticamente la questione della difesa dei poveri animali troppo cacciati e non protetti sta diventando un qualcosa d’ incontrollabile da loro…chissà ”se venissero un po’ CACCIATI anche loro” 🙂

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  12. Andrea Pagliantini ha detto:

    Con questi chiari di luna e con la gente scontenta c’è in giro è probabile che le seggiole non siano più blindate a vita, però è anche vero che le difenderanno con tutte le loro forze…… e chi non ha coraggio è anche vero che non risolve niente veleggiando a vista sui compromessi.

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  13. poltrona sacco ha detto:

    Lo consiglio! Raffaello Marchesi

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