Vendemmia di come eravamo

Si mescolano i ricordi delle ultime battiture del grano con la macchina a pulegge nell’aia della capanna con le manne  infilate sul nastro, insieme a quelle vendemmie  nelle mattine guazzose di ottobre che muovevano la più o meno stessa gente e con un unico denominatore alla fine della fatica condivisa che diventa un piacere, gustando la gioia di quei campi davano cibo e bevande da condividere e  mettere alla brace.

Il privilegio di aver conosciuto tante di quelle persone e non poterle mai dimenticare, e vivere quei momenti con gli occhi di un bambino conservando sempre interamente ogni profumo di mosto bolliva nei tini di legno e si spandeva per giorni nelle stradine, i monti di raspi neri di moscerini da prendere a pedate per farli alzare, qualche sera con lo zio Pietro alla pressa dove alternava  una tirata di sigaro a una pompata al pistone, le presse di paglia e la lolla lasciata sotto la macchina battitrice, l’afa di aceto della panzanella di battitura e il pollo in umido per la vendemmia avvolti nei posatini annodati.

Altre teste, altro mondo, altra gente, ma esitono sacche di resistenza di come eravamo per amore ai luoghi e rispetto di quanto la fatica sulla terra produce e alla fine conduce in una grigliata generale.

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0 risposte a Vendemmia di come eravamo

  1. Michele Braganti ha detto:

    che meraviglia…
    oggi e’ giorno di vendemmia un po’ ovunque….
    quindi W IL CHIANTI…!!!!!!!!!!!

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  2. Gian Marco ha detto:

    Che bella la vendemmia in una vigna (ancora meglio se tenuta bene come quella delle foto: sembra un salotto!)
    Il leprotto non è finito sulla griglia, vero? 😉

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  3. Silvana ha detto:

    Vendemmia è, anche da queste parti, fortissimamente vendemmia.

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  4. an ha detto:

    Mi vengono brividi di commozione pur non avendo vissuto di persona le tue vecchie storie da bambino e non avendo conosciuto la genti di cui spesso mi dicevi…..
    E come sempre succede dalle tue parti tutto finisce in una gustosa grigliata… spero non ci sia finito sopra il leprotto 🙂

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  5. Stefania ha detto:

    Oggi è vendemmia da tutte le parti, il profumo dei grappoli appena colti, e il ronzio dei trattori pieni di cassett con l’uva mi ha fatto compagnia tutto il giorno…In effetti un pò mi manca vendemmiare….

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  6. Liz ha detto:

    Ed è cominciata la magica atmosfera della vendemmia con i suoi profumi e colori. Dopo tanti mesi questo momento è tutto da godere.
    Quelle erano le immagini che ti restavano dentro, che significavano qualcosa anche se eri piccolo per capire il perché. Invece adesso so che l’hai capito.

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  7. Andrea Pagliantini ha detto:

    Trattori in movimento da ogni parte e aria densa del profumo di mosto in viaggio tranne su una strada dove l’uva è stata rovesciata favamente e l’odore è di fradicio, e ne parlerò domani come si deve.
    Semmai Michele, è meglio specificare sennò si rischia di fare confusione, meglio dire viva il Chianti Storico sennò si sconfina a Marina di Pisa fra i bagnanti.
    Liz, si vede era destino fin da piccino mi dovessi occupare di qualcosa mi piace in un posto difficile ma che alla lunga ripaga sempre.

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  8. Michele Braganti ha detto:

    x me il chianti e’ uno solo quello di Castellina Gaiole e Radda……e anche oggi si vendemmia…W IL CHIANTI STORICO..!!!!!

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  9. Rossano ha detto:

    Giustissimo Michele! Il Chianti è solo Radda, Gaiole e Castellina. Ed a tutt’oggi mi domando sempre il perchè dell’aggiunta di Greve nel Consorzio del Chianti Classico. Anzi magari Voi mi potreste raccontare come stanno i fatti.

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  10. Andrea Pagliantini ha detto:

    Non solo Greve, ma anche le belle piane di Tavarnelle, e San Casciano Val di Pesa, Poggibonsi, un poco di Barberino Val d’Elsa tanto per gradire.
    L’allargamento dei condini risale al 1932 mentre Greve è con la dizione “in Chianti” dal 1972.
    Se passa il Cintolesi qua sopra è meglio lo spieghi lui come mai si è arrivati a questi arrosti e come mai il Chianti si produce anche sulle rive del Tirreno.

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  11. Rossano ha detto:

    Aspetta aspetta Andrea… io mi riferisco al perchè sia Greve che Tavarnelle, San Casciano ecc. (sono entrati tutto allo stesso momento nel consorzio??? oppure scaglionati???) sono dentro al consorzio storico del Chianti Classico… Il discorso “Chianti” invece è una buffonata che già in altra occasione abbiamo affrontato…

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  12. gian paolo ha detto:

    Ciao Tosco,oggi finisco di vendemmiare..è l’ultimo giorno e me la stò prendendo comoda 🙂 ieri ho compiuto 40 anni e oggi si pigia dell’uva meravigliosa-Malbo Gentile-.La gradazione sembra umana o giù di lì e appassimenti vari in vigna non se ne vedono.Ciao e alla prossima. GP

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  13. Filippo Cintolesi ha detto:

    Il punto non e’ il consorzio. E’ l’essere dentro o fuori l’area di produzione di un vino. Una volta che fai essere il Chianti vinicolo fino all’Abetone, non mi stupirei che San Marcello Pistoiese sia dentro il relativo consorzio.. Chiediamoci allora: che cosa e’ il cosiddetto “Chianti Classico”? E’ veramente la “zona piu’ antica”?
    Ci accorgeremmo allora che una menzogna si tira dietro l’altra. L’infamia del Chianti con vista mare (quello delle colline di questa o quella provincia, per intendersi, cioe’ quello che arriva a Terricciola, apppunto con vista mare, o quasi) e’ servito a far ingoiare l’altra infamia, apparentemente meno sfacciata ma piu’ subdola e in ultima analisi piu’ dannosa, del Chianti Classico “fra Firenze e Siena”. Ormai e’ pieno di gente che vive a Certaldo o a Montespertoli, convinti che la’ e’ Chianti. E di gente che vive a San Casciano o a Greve e che guarda i primi dall’alto in basso.
    Alla fine nessuno piu’ si ricordera’ di Gaiole Radda e Castellina.
    E secondo me, prima arrivera’ quel giorno e meglio sara’. Proporrei di cambiare nome fin da subito, e di registrarlo. Regaliamo il nome Chianti, che vende tanto bene, a quella massa di accattoni che evidentemente non hanno altro modo per vendere i loro prodotti e servizi. Inventiamoci un altro marchio, stavolta facendo in modo di tenerselo.

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  14. Rossano ha detto:

    Caro Filippo conosco le vicissitudini che hai raccontanto e tra l’altro rimango sempre esterrefatto ogni volta che ci penso…. ma il mio punto è un altro… vorrei sapere (se possibile altrimenti cercherò di fare una ricerca…ma preferivo saperlo da gente che lo vive, lo conosce il problema) del perchè “dell’aggregazione” di Greve, San Casciano & c. nel consorzio del marchio storico.

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  15. Andrea Pagliantini ha detto:

    Si potrebbe ridurre tutto ad una mera questione commerciale e di facilità di trasporto del vino dei suddetti comuni a ridosso della città piuttosto che i tre comuni chiantigiani segati fuori per lontananza e vie di comunicazione.
    A Poggibosni come a Greve c’era la ferrovia che conduceva a Firenze e chi ci stava intorno era facilitato con la via di spedizione più celere della amteria prima.
    Inoltre la domanda di vino Chianti era molto più larga rispetto alla produzione delle viti promiscue del territorio omonimo e di fatto in alcuni comuni inclusi nel Classico come zona di produzione vi avevano proprietà fondiarie agiate famiglie bancarie e agrarie fiorentine.
    Niente di nuovo sotto il sole Rossano, il soldo, il soldo.
    Pensa strano, ieri sera mi capita fra le mani un fiaschetto da mezzo litro di quasi 50 anni fa, nella sua etichetta non c’è la dizione Classico, ma solo Chianti pur avendo il suo gallo nero in bella mostra, non c’era bisogno di specificare si trattasse di Classico e non era doveroso differenziarlo dai Chianti di ogni dove…

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  16. Rossano ha detto:

    Grazie Andrea… e ringrazio Filippo per la splendida lezione (che ho reperito su youtube) su che cosa è il Chianti (vino o territorio?). Vorrei parlarna tantissimo di questa cosa perchè sono curioso… mi interessa sapere la storia di come tutto ebbe inizio…
    50 anni fa Andrea… era tutta un’altra banda!

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  17. Rossano ha detto:

    Ah dimenticavo di dire… io caro Filippo alla tua domanda che cosa è il Chianti vino o territorio non avrei assolutamente avuto nessun dubbio… avrei risposto territorio! Sono anni che cerco di far capire a sempre più persone che il nome Chianti, ahimè, non vuol dire Chianti! Ma tanti questa differenza ‘un la capiscono! e ‘un la vogliono capire!

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  18. Andrea Pagliantini ha detto:

    Anni di martellamento totale di Chianti in tutte la salse e in ogni dove hanno prodotto la confusione più totale allo scopo commerciale per aggrapparsi ad un nome certo e conosciuto infischiandosene completamente delle origini e da dove questo nome uscisse, quindi per quel che vale adesso, che sia Chianti anche il vino fatto in California va bene uguale.

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  19. Rossano ha detto:

    “che sia Chianti anche il vino fatto in California va bene uguale”…. un’affermazione che fa rabbrividire…

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  20. Andrea Pagliantini ha detto:

    Rossano, si tratta di una provocazione ma poi non più di tanto.
    Si tratta di kit per farsi il vino in casa venduto manco a dirsi negli USA in cui dentro un cubotto di carta ci stanno colore, lieviti, acidi, zucchero da miscelare con l’acqua, sciaguattare e farsi dopo una decina di giorni di infusione un bel bicchiere di vino Chianti…….. purtroppo non scherzo.
    E il Chianti ovunque sia Toscana tanto vale fare finta che qui dove è il suo essere non sia mai esistito e si trovi un altro modo di chiamarsi.

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  21. Rossano ha detto:

    Veramente Andrea da quanto ne so esiste una “zona” in californi chiamata Chianti e che produce vino Chianti con tanto di (R) come marchio registrato (chiaramente per i soli stati uniti… la mia era un’esclamazione per dire basta con questi scempi!

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  22. Andrea Pagliantini ha detto:

    Si, avevo persino visto qualche bottiglia in giro portata se non erro dalla Coldiretti al vinitali qualche anno fa.
    Ai francesi una cosa del genere non credo l’avrebbero fatta e soprattutto non credo l’avrebbero passata liscia. Avranno difetti o non saranno simpatici, ognuno la veda come vuole però c’è da dire che il loro territorio e la loro cultura la sanno difendere.
    Invece noi siamo capaci di farci depredare di nomi, storia, territori e tradizioni e i pochi dicono qualcosa contro questa deriva sono tacciati come ovvio o da bischeri o da provocatori.
    Il Chianti prodotto in California è un inganno totale, dovrebbe esserci una tutela dei nomi e di tante altre cose come si fa per il Palio di Siena, dove chi usa nomi, marchi ecc. ecc. delle Contrade cambia presto idea…

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  23. Rossano ha detto:

    Caro Andrea come non posso “affiancarti” su tutto quello che dici??? Mi fa piacere che tu abbia tirato fuori anche il discorso Palio… però anche lì bisognerebbe parlarne ore ed ore… poichè non sempre, ahimè, riescono a far valere quello che sarebbe giusto! Certo è che almeno un minimo di tutela esiste… e su altre cose che avrebbero la stessa importanza non vi è niente di niente per garantire la NOSTRA STORIA! Noi in Toscana e in generale in Italia, possiamo affermare, senza paura, di essere i padri della storia… e siccome quell’altri ce n’hanno poca o punta (america in primis) vengono a “rubare” in casa nostra senza che nessuno gli dica niente! Ehhh ma io una curettina ce l’avrei per certa gente! Maremma budella mi so’ illezzito!!! Via bisogna che smetta di scrive’ altrimenti piglio una denuncia!

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  24. Michele Braganti ha detto:

    a proposito……

    http://www.facebook.com/?ref=home#!/beatrice.brilli/posts/238970906151969

    che tristezza…..il nome usato cosi’….

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  25. Rossano ha detto:

    Rporto:
    “Dal 6 al 9 ottobre Piazza della Repubblica a Firenze ospiterà la nuova edizione di “Emozioni dal Chianti”, vetrina delle migliori eccellenze turistiche e culturali del territorio del Chianti.

    Sono coinvolti i seguenti Comuni:

    Bagno a Ripoli,
    Barberino Val d’Elsa,
    Greve in Chianti,
    Impruneta,
    San Casciano Val di Pesa,
    Tavarnelle Val di Pesa”

    Michele hai letto nel dettaglio cosa scrivono??? parlano di territorio del Chianti e guarda che comuni sono coinvolti! Da brividi! L’unico che posso tollerare è greve… ma lo tollero solo nei confronti degli altri elencati… Il Chianti è solo quello storico! Basta con queste buffonate!

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  26. Andrea Pagliantini ha detto:

    Grazie al cielo non ho feisbuc e non posso vedere tante cose compreso questa segnalata da Michele.
    Ma una galleria degli orrori come queste scureggine dal non Chianti fa venire i brividi.
    Con tutto il vino siciliano c’è passato davanti direzione nord avrebbe più senso dire Villa San Giovanni in Chianti e magari anche solo per affetto Amantea in Chianti o Canosa di Puglia in Chianti che anche loro del tavoliere rifornivano sodo…..
    L’insieme e la somma di quei comuni è niente.

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  27. Rossano ha detto:

    superfluo aggiungere altro…

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  28. Andrea Pagliantini ha detto:

    No, possono ognuno di loro fare come Cavriglia e chiamarsi la porta del Chianti.
    La porta davanti a qualcosa di famoso e conosciuto è sempre risolutivo per chi non li conosce nessuno.

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  29. Rossano ha detto:

    Conoscevo anche questa “perla” di Cavriglia! Comune valdarnotto che si definisce porta del Chianti! MA PER PIACERE!

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  30. Rossano ha detto:

    Se cliccate sul mio nome potrete vedere (per chi naturalmente non l’ha già visto su internet o meglio ancora non l’avesse visto di persona come invece ho avuto l’opportunità io in più di una occasione) l’affresco presente all’interno del Castello di Meleto (Gaiole in Chianti) che fa vedere quello che era ed è il Chianti… tutto il resto non conta… se ogni tanto qualcuno si rifacesse alla storia invece di inventare le cose di sana pianta…sarebbe molto meglio!

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  31. Andrea Pagliantini ha detto:

    LO conosco bene quell’affresco, la stanza si chiama lo scrittorio ed era l’ufficio di Baffo, il vecchio fattore dove venivano conservati registri vecchi di secoli dove passano le storie di migliaia di persone.
    Quell’affresco è fatto negli anni 70 dal Maestro Cesare Olmastroni, mi pare nel 72 ma non voglio strafare, così fosse giusto l’anno in cui Greve si prende il cognome in Chianti, però Rossano quella immagine riprodotto non è il Chianti, ma una sua parte essendo il territorio del comune sta sotto Vertine.
    Ognuno come vedi si inventa sempre una porta di qualcosa non si è, ma si attacca al nome o al terriotrio famoso per apparire e risaltare, mentre i fruitori del prodotto o della storia sono convinti per logica di una cosa che nei fatti non è e non potrà mai essere.

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  32. Rossano ha detto:

    “Rossano quella immagine riprodotto non è il Chianti, ma una sua parte essendo il territorio del comune sta sotto Vertine.”

    Scusa Andrea non ho capito che cosa vuoi dire… me lo rispieghi??? Sono duro io… si sa’…

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  33. Andrea Pagliantini ha detto:

    No, non sei duro te Rossano sono io scrivo male………. quela cartina riprodotta nello scrittoio di Meleto, non è altro che il permetro del comune di gaiole, di cui la famiglia Ricasoli ne era in gran parte proprietaria, Meleto compreso.

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  34. Rossano ha detto:

    eppure so’ sempre stato convinto che era il Chianti Storico (Classico insomma) anche perchè io ho avuto questo dubbio e sono andato a confrontarlo con il comune di Gaiole e mi sembra che la parte a sinistra (ovest) non combaci per niente con i confini del comune di Gaiole… Tra l’altro nell 3 o 4 visite che ho fatto a eleto mi è sempre sembrato di ricordare quello che ho detto… ma si vede che quando ero lì ero già briaco e va’ a capire a che pensavo!

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  35. Andrea Pagliantini ha detto:

    No Rossano, la cantonata sono stato io a pigliarla e bella grossa anche, l’affresco è si di Cesare Olmastroni e fatto nel periodo ti ho detto, ma raffigura il Chianti nella sua interezza, ovvero i tre comuni dell’antica Lega del Chianti.
    Ci sarò passato davanti qualche centinaio di volte e nenache ricordavo una cosa così preziosa e importante.
    Mi sa uno di questi giorni salgo a Meleto, fotografo, ci faccio un post non omettendo certo di far notare di quanto sono stato coglione a non ricordare una cosa così importante.

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  36. Rossano ha detto:

    Non importa Andrea… l’importante è aver fatto chiarezza sulla cosa che ritengo sia molto interessante. Aspetto il post da te promesso… chissà che non si scateni un putiferio! Speriamo!

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  37. Andrea Pagliantini ha detto:

    No, importa eccome, niente di male se uno ha un ricordo sbiadito di una cosa, ma la realtà è sempre meglio quando la si appura.
    Uno di quest giorni guardo di passarci su al castello e chiedo si mi fanno ritrarre l’affresco nello scrittorio.
    Poi che ci faccia un post e succedano putiferi, ci credo poco, essendo stati abituati ad ingoiare anche i mattoni di cotto per traverso oppure a far finta di nulla mentre veniva rapinata la storia di questi luoghi.

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  38. Rossano ha detto:

    ci spero sempre Andrea… chissà che invece non si muova qualcosa…

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  39. Andrea Pagliantini ha detto:

    Stasera c’era il sindaco di San Casciano (val di pesa) che al tg regionale saltava di gioia per la costruzione di un nuovo stabilimento di una ditta di caravan già presente sul territorio……. “un successo per il Chianti” diceva….
    Per la Val di Pesa signor sindaco…. per la Val di Pesa, nel Chianti ancora non ci sono stabilimenti fanno rulotte.

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  40. Rossano ha detto:

    Ho capito via… ormai anche chi non lo è si sente chiantigiano… la cosa che mi fa riflettere è il bellissimo post che ha scritto filippo cintolesi… bisogna che con quest’uomo ci faccia du’ chiacchiere alla svelta…

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  41. Andrea Pagliantini ha detto:

    Ma, se vogliono usare l’appellativo chiantigiano va benissimo, non ci sono problemi, gli si da volentieri, anzi ormai l’hanno già preso, basta non ci rubino il nuovo modo di essere e di chiamarci noi che siamo nati esi vive nel Chianti Storico.
    Come? Alla conte Mascetti, ovvero buchi di culo.

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